L’Ironman è la regina delle competizioni sportive estreme. Questa disciplina, l’unica ad avere un marchio e un format commerciale, è nata nel 1978 grazie all’intuizione “creativa” di tre marines appena reduci da una gara di corsa alle Hawaii. Discutendo di quale fosse la disciplina sportiva più dura in assoluto, uno dei 3 propose una gara “multipla” che sommasse i risultati delle 3 competizioni di resistenza tra le più impegnative: la Waikiki Roughwater, 2,4 miglia di nuoto più la Around Oahu Bike Race con 112 miglia in bici e la Honololu marathon con 26,6 miglia di corsa. Il primo che avesse portato a termine l’estenuante tripletta sarebbe stato eletto Ironman, ovvero uomo d’acciaio.
Al primo Ironman della storia, che si disputò in quello stesso anno, si iscrissero in 15 atleti. Solo dodici giunsero in fondo, ma la grande avventura era cominciata e oggi Ironman è la più ampia piattaforma sportiva al mondo per numero di partecipanti, con oltre 260 eventi in 42 paesi.
Il payoff di Ironman – e il mantra di ogni atleta che aspira ad essere finisher – è “Anything is possibile”. Endurance estremo, resilienza e tolleranza al dolore fisico, ore e ore di gesti sportivi senza soluzione di continuità… Ma come si sposa questo mood così marziale con la placida Romagna, terra dolce ed indulgente, luogo prediletto per cibo, divertimenti, smodate comodità e rilassatezza di costumi? D’accordo l’ospitalità proverbiale dei romagnoli, la capacità ricettiva con pochi eguali, ma forse la chiave è da trovare nella ricchezza dei territori naturali che sono propri di questa parte di Romagna. Una grande varietà di playground dove esprimere il proprio talento sportivo: la sabbia del mare e le sue acque quiete, i sentieri boschivi dove correre all’ombra dei pini, le strade tra le saline dove pedalare – con altimetrie crescenti – fino alle vicine colline, i canali salmastri da percorrere a colpi di remo. Il risultato è un territorio perfetto per i triathleti ma non solo.